“Nel settore lapideo, in Italia, sono morte sul lavoro 29 persone in 6 anni. A Carrara 5 negli ultimi 8 mesi.” I numeri esposti dal segretario di Fillea-CGIL Leonardo Quadrelli sono emergenziali.

“Rispetto a questi numeri vorrei fare alcune considerazioni e qualche proposta concreta:

1. Gli infortuni avvengono perché non si rispettano le norme di sicurezza. I dati e lo studio pubblicato della As112 degli ultimi 10 anni dimostrano che oltre il 90% degli infortuni sarebbero stati prevenibili ed evitabili adoperando le normali norme di sicurezza.
2. Queste non si rispettano perché la maggioranza dei datori di lavoro non impone adeguatamente ai suoi dipendenti di osservarle. Così come si rimproverano o sanzionano i dipendenti se non lavorano o non rispettano l’orario, si dovrebbe fare lo stesso se non vengono rispettate le norme di sicurezza. Questo non avviene, sacrificando, spesso e volentieri, la sicurezza in favore della produttività.

3. I capi reparto e i sorveglianti preposti dalla legge a essere il primo baluardo della sicurezza devono, allo stesso tempo, far questo ma rendere conto anche della produzione al datore di lavoro. Spesso, mi dicono delle loro difficoltà nel far valere le loro motivazioni coi datori le motivazioni qualora decidessero di bloccare la produzione. Senza dimenticare che ora, con il Jobacts, rischiano addirittura di essere demansionati.

4. I lavoratori sono l’anello più debole di una catena perversa. Quando nel Jobs Act si pongono come argomenti chiave e obbiettivi da raggiungere personalizzazione e deregolamentazione dei contratti di lavoro, controlli a distanza, demansionamenti e licenziamenti facili, è logico che sarà sempre più difficile che un lavoratore si esponga nel denunciare situazioni irregolari alle Asl o ai sindacati. Le riforme del diritto del lavoro hanno fatto sì che prima i lavoratori rimangano schiacciati nella compressione dei diritti e, qualche volta, pure sotto i sassi di marmo.
Chi dovrebbe controllare le cave – ispettori Asl in primo luogo – sono stati ridotti negli anni ai minimi termini. Da quanto mi risulta il personale del dipartimento prevenzione dell’Asl 12 in 5 anni si è ridotto da 20 a 10 unità e negli altri territori la situazione è analoga se non peggiore. Ovviamente, la norma è nulla senza controllo e questa situazione favorisce purtroppo i datori di lavoro senza scrupoli a danno di
quelli che le norme le rispettano.

Una delle cose da fare è aumentare i controlli ma sopratutto toccare veramente gli interessi dei datori del lavoro inadempienti sospendendo l’attività e l’autorizzazione all’escavazione.

Di fronte a questi numeri occorre reagire con forza e per questo le segreterie nazionali di Fenal Uil Filca Cisl e Fillea Cgil hanno proclamato uno sciopero di 8 ore per ricordare tutti i morti e proporre misure concrete perché si agisca per mettere fine a questa strage di lavoratori.

Lo sciopero, la manifestazione e l’assemblea pubblica per la Regione Toscana si terrà a Seravezza con il seguente programma:
 Concentramento in Piazza Carducci alle ore 9,15;
 A seguire corteo con striscione e fascia nera al braccio;
 Arrivo al teatro delle Scuderie Medicee dove ci saranno gli interventi;
 Si conclude con la presentazione di un documento di proposte da inviare alla Regione.

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25 aprile e 1° maggio, sciopero nel commercio

Incidenti nel lapideo, manifestazione dei sindacati a Seravezza